mercoledì 15 aprile 2020

Step 8: Presenza nel mondo antico

Rivoluzione neolitica. Campo di grano.
Possiamo rintracciare il nostro verbo e le sue applicazioni nella storia antica, in particolare quando l'uomo cominciò a ''sfruttare'' le risorse naturali e a trarne vantaggi da esse. Circa 10000 anni fa è avvenuta la “rivoluzione neolitica”, la prima grande rivoluzione dell’agricoltura. L’uomo è passato gradualmente da un’economia di sussistenza basata su caccia e raccolta ad una incentrata sull’allevamento e la coltivazione.

L’agricoltura è nata in alcuni centri primari dai quali si è poi diffusa nel resto del mondo. L’addomesticazione di piante e animali è iniziata nelle aree tropicali e subtropicali dove vi è una sufficiente umidità per la crescita di vegetali e per la presenza di piante selvatiche adatte alla coltivazione. I primi segni di domesticazione sono stati ritrovati in Asia sud-occidentale tra le foci dei fiumi Tigri ed Eufrate, nella Mezzaluna Fertile. Grano e orzo sono state le prime colture ad essere coltivate in quest’area.

L’introduzione dell’agricoltura ha comportato alcuni cambiamenti sia nello stile di vita che nelle caratteristiche fisiologiche degli esseri umani. I cacciatori-raccoglitori conducevano una vita nomade, spostando il loro accampamento in risposta al susseguirsi delle stagioni, i coltivatori, invece, divennero sedentari e iniziarono a costruire i primi villaggi. A questo seguirono altri cambiamenti. In seguito alla domesticazione e ad un passaggio ad uno stile di vita sedentario negli individui adulti è aumentata la capacità di digerire il latte. I cacciatori-raccoglitori avevano un alto livello di intolleranza al lattosio, diversamente dagli allevatori-coltivatori, la tolleranza è aumentata probabilmente in risposta alla maggiore assunzione di latte e prodotti caseari. L’introduzione dell’agricoltura ha inoltre permesso un notevole sviluppo demografico, il tasso di crescita delle popolazioni di coltivatori-allevatori era cinque volte superiore a quello dei cacciatori-raccoglitori.

giovedì 9 aprile 2020

Step 7: Poetica

Nella poetica è prassi "sfruttare" figure retoriche, le quali sono particolari forme espressive, artifici del discorso volti a dare maggiore incisività e un particolare effetto sonoro o di significato ad una descrizione, un’immagine, una sensazione, una emozione. Corrente poetica che ne fece abbondante uso fu l'Ermetismo.

La poesia che volevo analizzare è proprio di un importante poeta ermetico siciliano, Salvatore Quasimodo, "Ed è subito sera":

«Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.»



Nel primo verso il poeta sfrutta l'immagine del cuore nella frase “nel cuor della terra” per esaltare lo stato d’animo dell’uomo che si sente smarrito e incapace di affrontare le difficoltà della vita. Ciò che più gli pesa è l’incapacità di comunicare con i suoi simili, che lo condanna all’isolamento rendendo l’esistenza ancora più triste e penosa.

Nel secondo verso è come se il poeta voglia dare un segno di speranza sfruttando l’immagine di un individuo che viene “trafitto da un raggio di sole”. In realtà, Quasimodo vuole evocare l’esistenza umana che oscilla continuamente tra l’attesa della felicità e il dolore (cit. a Schopenauer). Il raggio di sole trafigge l’uomo, in quanto la speranza di essere felice cede subito il posto alla cocente delusione.

Il terzo verso “ed è subito sera” è la metafora della morte, contro cui si infrangono tutte le illusioni degli uomini. Il tema principale affrontato da Quasimodo in questa lirica è la brevità della vita: l’esistenza umana si rivela troppo esigua rispetto a quello che un individuo potrebbe realizzare. L’argomento è molto attuale, soprattutto lo è nel periodo storico in cui l’autore scrive questi versi, caratterizzato dal progressivo avanzare delle macchine che si sostituiscono al lavoro dell’uomo.

Step 6: Letteratura

Lo sfruttamento, nella letteratura narrativa, si associa spesso alle tematiche dello sfruttamento di persone nel mondo del lavoro. Molto spesso infatti sono scritte opere che criticano quest'atteggiamento nei confronti di persone che vengono sfruttate per un proprio tornaconto.

L'opera che ho voluto trattare è la novella di Giovanni Verga, Rosso Malpelo, incentrata sullo sfruttamento minorile nelle miniere siciliane.

Copertina del libro tratto dalla novella

La novella narra di un ragazzo che lavora in una cava di rena rossa. Inasprito da pregiudizi che la mentalità popolare attribuisce a chi ha i capelli rossi, non trova affetto nemmeno dalla madre che non si fida di lui e lo sospetta di rubare soldi dallo stipendio che porta alla famiglia. Lavora con il padre, Mastro Misciu (al quale è stato dato il soprannome di "Misciu Bestia") che è l'unico a dimostrargli affetto. Spinto dal disperato bisogno di soldi, Mastro Misciu accetta la pericolosa richiesta del padrone di lavorare all'abbattimento di un pilastro, rifiutato dagli altri lavoratori. Una sera, mentre sta scavando, quel pilastro gli cade addosso. Il figlio, nella disperazione, chiede aiuto e si affanna a scavare con le mani nude, ma Mastro Misciu resta sepolto sotto la montagna di rena.

Malpelo diventa sempre più scorbutico. Dopo la morte del padre, alla cava viene a lavorare un ragazzino soprannominato "Ranocchio" per il suo modo claudicante di camminare. Viene adottato da Malpelo che da un lato lo protegge e dall'altro lo tormenta picchiandolo e maltrattandolo nell'intento di insegnargli a vivere in quel mondo così duro e crudele. Quando viene ritrovato il cadavere di Mastro Misciu, Malpelo custodisce come tesori gli oggetti appartenuti al padre. Poco dopo Ranocchio, ammalatosi di tubercolosi e stremato dalla fatica, muore. Malpelo, ormai solo (la madre si è risposata, la sorella è andata a vivere in un altro quartiere) assume il compito rischioso di esplorare una galleria abbandonata. Preso del pane, del vino, gli attrezzi e i vestiti di suo padre, si addentra in un cunicolo e non ne uscirà mai più. I lavoratori della cava ancora temono di vederselo spuntare da un momento all'altro con i suoi "capelli rossi e occhiacci grigi".

Per leggere la novella si può andare a questo link: https://www.liberliber.it/mediateca/libri/v/verga/tutte_le_novelle/html/malpelo.htm
                         

mercoledì 8 aprile 2020

Step 5: Spot pubblicitario

La pubblicità al giorno d'oggi ci permette di renderci conto delle innovazioni tecnologiche e sociali al quale il nostro mondo sta andando incontro. Riguardo al nostro tema centrale ho scelto come spot pubblicitario uno dei temi più controversi e dibattuti al giorno d'oggi, ovvero lo sfruttamento dell'evoluzione tecnologica per il miglioramento della nostra quotidianità. In particolare lo spot del Vodafone 5G, il quale ci fa viaggiare nel tempo, presentando l'evoluzione che ha avuto la rete network in questi ultimi anni grazie allo sfruttamento delle conoscenze tecniche e sociali.

Logo 5G Vodafone.
Ampliando la concezione e i vari significati del verbo possiamo indicare come uso del termine anche lo sfruttamento da parte delle pubblicità di immagini e suoni accattivanti per attirare la nostra attenzione e curiosità.

Per concludere il termine sfruttare può essere esteso a tutte le pubblicità che impiegano una corretta psicologia (utilizzo di immagini e suoni) per attrarre la gente e permettere una diffusione migliore del prodotto in questione.

lunedì 6 aprile 2020

Step 4: Mitologia

Etna, Catania.
Per il verbo sfruttare è d'obbligo citare il mito di Efesto. Efesto, nella mitologia greca è il dio del fuoco, delle fucine, dell'ingegneria, della scultura e della metallurgia. La sua fucina si trova nelle viscere dell'Etna. Efesto è famoso nella mitologia per la sua tendenza a sfruttare la sua conoscenza per creare ed inventare; le sue creazioni sono molte, elencate su Wikipedia. In particolare il suo mito narra di come abbia sfruttato le sue conoscenza per ottenere qualcosa in cambio.


Efesto nella sua fucina.
Nato da Era, ma con padre incerto venne scagliato sulla Terra appena nato. Già da bambino zoppo e deforme poteva muoversi solo mediante l'ausilio di un bastone. Per potersi prendere la sua vendetta su Era costruì e le donò un trono tutto fatto d'oro il quale imprigionò Era appena si sedette. Le sue urla fecero in modo che in cambia della liberazione di Era gli venne riconosciuto il titolo di dio e la mano di Afrodite, la dea della bellezza. Afrodite, contraria al matrimonio combinato decise di tradirlo con Ares, il dio della guerra. A seguito del tradimento Efesto decise di lasciare l'Olimpo per sempre e di ritirarsi nelle viscere del vulcano.

Fonte: https://www.ilsicilia.it/efesto-un-mito-controverso/

Step 3: Immagine simbolo

Frutto con i suoi semi.

L'immagine in questione vuole rappresentare il simbolo del frutto il quale maturando da un utile, una rendita. In particolare si attiene al significato del verbo sfruttare del far "fruttare" una risorsa o un'idea.

mercoledì 1 aprile 2020

Step 2: Origini

Secondo il dizionario latino la parola sfruttare ricorda molto la parola "esaurire". Se ci colleghiamo alla sua etimologia (da frutto) ci si può ricondurre al suo significato. Il frutto viene identificato come continuazione della vita, tramite i suoi semi aiuta il naturale ciclo della vita. Coloro che "sfruttano" i suoi frutti per cibarsi effettivamente esauriscono questo ciclo, che tuttavia viene reso essenziale nella catena alimentare per la loro sopravvivenza.

Perciò il suo significato può sembrare cupo, tuttavia come nello yin e yang "nel bene risiede sempre il male" e viceversa. Mi spiego meglio: anche se il suo significato può sembrare con accezione negativa; se pensiamo ad esempio al suo impiego a frasi del tipo "ha sfruttato un ampio terreno per realizzare l'impresa dei suoi sogni" si può notare come qualcosa venga "usato" in modo razionale e con un fine appropriato per realizzare qualcosa che volge al bene comune anche se si toglie qualcosa a qualcuno o qualcosa.

Step 25: Sintesi finale

In questo corso abbiamo analizzato le varie sfaccettature del verbo “sfruttare”, facendo collegamenti multidisciplinari, passando dalla stor...